Lunedì scorso sono stato a Fornovo a vini di Vignaioli; per chi non la conoscesse è una rassegna sui vini naturali che si tiene da pochi anni ma che ha già attirato l’attenzione di molti: bella, anzi bellissima, vi consiglierei di non perderla il prossimo anno.
Ma non voglio parlarvi della fiera in sé ma della conferenza tenutasi la mattina del lunedì su un tema a me molto caro e su cui avevo già scritto qualche cosa un po’ di tempo fa in questo post in cui consigliavo la lettura di Che cosa raccontano le erbe infestanti.
Relatore d’eccezione Gérard Ducerf, agricoltore biologico convertitosi al mestiere di botanico che ai più non dirà molto ma che è uno dei fondatori di Promonature, “associazione” che si occupa in due parole della formazione di agricoltori e di ricerca.
Le piante indicatrici sono una vera e propria analisi del terreno e del suo stato e ci dicono molto più di quanto pensiamo: un seme può rimane latente nella terra anche per cent’anni continuando costantemente ad analizzare tutti i parametri che lo circonda e aspettando il momento giusto per germinare.
Nel vigneto ho seguito queste trasformazioni e ho iniziato a fare caso a quali piante apparivano e scomparivano ed è stato un susseguirsi di piacevoli scoperte.
Dove passa l’uomo e compatta la terra nasce il tarassaco che con la sua radice a fittone penetra e cerca di ridare ossigeno al terreno, come un vero e proprio aratro e vicino si troveranno le margherite che sono un indice di acidificazione del terreno.
Eccessi di azoto faranno comparire le ortiche che assorbono questo elemento in grande quantità, gli eccessi d’acqua in superficie faranno apparire l’equiseto mentre gli la canapa acquatica segnala la presenza di una vena d’acqua sotterranea.
Mi sono ripromesso a breve di fare una piccola lista di piante bio indicatrici che pubblicherò con un po’ di istruzioni legate anche alla possibilità di fare delle tisane da usare nel vigneto.