La mette a dura prova, la forma, la plasma; la pazienza è una delle cose che mi ha insegnato questa vigna in questo anno di lavorazioni.
Forgiato dai ritmi e dagli insegnamenti degli anni ’80 sono sempre stato abituato a pensare che la velocità fosse a prescindere un bene e la lentezza qualche cosa da demonizzare e da utilizzare solo con accezione negativa.
Tornare a ragionare in ordini di tempo a cui non siamo più abituati e aspettare piccoli risultati per mesi, ti costringe a pensare che forse bisogna riaggiornare alcuni personali significati che avevi dato per consolidati: essere lenti in realtà ha anche un lato positivo e può essere usato soprattutto per salvaguardare la tua integrità mentale.
In questi giorni ho potato ed è stato un momento di meditazione che mi ha dato molto, mi ha permesso di vedere l’evoluzione dei miei lavori e di capire se l’impostazione che avevo pensato l’anno prima per ogni singola pianta avesse funzionato. Si, ogni singola pianta ha le sue puculiarità, qualcuna ti rimane più in mente, per le altre devi fare uno sforzo maggior e ricordarti cosa avevi pensato fosse la sua strada migliore ma alla fine ci arrivi, molte evidenze te lo dicono.
Un’improvvisa grandinata mi ha riportato con i piedi sulla terra ma non mi ha datò affatto fastidio: interrotto il lavoro per una ventina di minuti sono ritornato nuovamente sui miei guyot singoli e doppi.
L’evoluzione delle infestatanti dice molto e nonostante rimangano una serie di “erbacce” a salvaguardare la biodiversità nel contempo mi indicano che il terreno respira bene. A breve, prima di pasqua, passerò con un 500 per dargli l’ultimo saluto invernale.
Ottimo articolo sulla potatura e tanti trucchi utili,
Vi lascio anche http://www.ilpolliceverde.com/1720-2/